Il terzo fatto è ancora più curioso.
Un giorno, una mia paziente di lungo corso mi ha chiesto stupita cosa trovassi di così appassionante nello zucchero artistico.
Lì per lì è stato difficile rispondere, non era né il luogo né il tempo giusto ed ho abbozzato una risposta dal carattere essenzialmente emotivo.
Durante la notte però ho fatto un sogno curioso: parlando con un uomo molto vecchio, rugoso e dalla barba lunga, mi lamentavo del senso di fatica e frustrazione che spesso il vivere comporta, quando lui mi ha risposto. “Non ti affannare, arriverà l’età in cui tutte le cose si baciano”.
Durante il sogno stesso ho avuto una sorta di folgorazione: ma certo! Fotografia, pittura, viaggi, psicologia, gli studi di antropologia, l’interesse per le religioni e la filosofia, il mio lavoro in ambito organizzativo, le lingue che ho studiato, l’insoddisfazione verso il presente e la frustrazione nei confronti di tante attese che non si sono mai verificate… un vortice di esperienze vissute, belle e brutte, sembravano in quel momento emergere da qualche cassetto della memoria in cui erano state rinchiuse alla rinfusa ed è stato impossibile arrestarne il flusso. Ecco cos’è lo zucchero artistico per me!
Tirando il filo rosso che ha sino ad ora attraversato la mia esistenza si è creata una trama dal carattere significativo, che mi ha permesso di recuperare e mettere a frutto tutto ciò che ho imparato, visto, realizzato, vissuto nelle epoche precedenti.
Lo zucchero artistico è una sorta di riassunto, di summa, di quello che è stata la mia vita sin'ora e, se quel qualcuno o qualcosa che sta al contempo dentro di me e sopra tutto lo vorrà, diventerà un mezzo per esprimere ciò che ho dentro, ciò che voglio condividere, donare, lasciare come mia eredità quando il mio corpo fisico e i corpi più sottili si separeranno, come è logico e naturale.
Di Maestro ce n’è uno solo, sommo e supremo ma nessuno di noi deve vergognarsi di essere un piccolo maestro per qualcun altro, così come non c’è nulla di vergognoso nell’imparare qualcosa da un altro essere umano.
Ognuno di noi può essere al contempo allievo e maestro, questo significa essere cavo come una canna di bambù, lasciare che l’energia scorra liberamente, senza trincerarsi dietro false ipocrisie, gelosie o inutili competizioni che non portano a nulla.
Io ringrazio immensamente ogni giorno il grande Maestro per tutti i maestri che ho incontrato sulla mia strada, esseri straordinari che, spesso senza saperlo, mi hanno arricchito di mille tesori.
La gratitudine e la fede rappresentano, ogni giorno di più, il cibo senza cui non potrei vivere, senza cui nessuna azione avrebbe alcun senso, ed in mancanza delle quali sarei sicuramente già morta. E’ per questo motivo che, quando sono libera di creare una scultura non soggetta a più che ragionevoli richieste editoriali o ai comprensibili limiti di un corso di formazione, non posso che celebrare ciò che sento crescere dentro di me.
Non sono quasi mai io a scegliere il tema, è il tema che sceglie me ed io divento, appunto, uno strumento, limitato sicuramente ma l’unico di cui dispongo. Celebro, cerco fortemente di celebrare, la meditazione, la compassione, la grazia, la bellezza, le leggi che regolano il micro ed il macrocosmo, i simboli che attraversano i tempi e le culture.
E quando riesco a realizzare tutto ciò, sono ripagata della fatica, dell’impegno, della perdita di peso, delle ore trascorse in laboratorio, altrimenti mi sento più o meno svuotata o comunque indifferente alla mia creazione.
E le emozioni negative, gli scheletri nell’armadio dove li mettiamo?
(Continua...)
Puoi vedere la mia esperienza a Basilea anche su Weddingandcaketv!
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